Il cammino di Sant’Antonio con la famiglia francescana di Trieste

23/09/2023 - Cammino per il Creato

Nell’ambito del Tempo del creato e a ridosso della festa di San Francesco d’Assisi, la famiglia francescana della diocesi di Trieste, costituita da frati, suore e membri secolari dell’ordine francescano, ha proposto un pellegrinaggio lungo il Cammino di Sant’Antonio del territorio tergestino che si è svolto in due mezze giornate, la mattina di sabato 30 settembre da Trieste a Bagnoli della Rosandra, e da qui a Muggia il pomeriggio di domenica 1 ottobre.

Scopo della proposta è stato condividere assieme una passeggiata in mezzo alla natura per conoscersi, per riflettere assieme sulle tematiche dell’enciclica Laudato si’ e quelle sinodali, e dare la possibilità anche ad altre persone delle nostre parrocchie (e non solo), di conoscere la spiritualità francescana. Per questo obiettivo suor Francesca, Sorella francescana del Vangelo, aveva preparato un utilissimo libretto con preghiere e brani scelti dalle Fonti Francescane e dal magistero del papa che hanno costituito il nutrimento spirituale nelle soste del cammino e hanno sortito l’effetto di captare l’attenzione dei cuori rivolgendoli a Dio creatore e creando fraternità tra i compagni di strada.

L’evento è stato partecipato al di là delle aspettative essendosi presentate, complessivamente nei due giorni, più di una quarantina di persone di differente età (anche famiglie con ragazzi), magari solo per vivere un momento di preghiera in qualche tappa o percorrere un breve tratto di strada o dare il proprio servizio nel trasporto dei camminatori per recuperare l’auto lasciata ad inizio cammino.

Tra i partecipanti anche quattro francescani secolari dalla regione, tra cui la nostra ministra regionale Carlotta Fonda e l’economo Daniele Rissetto, suo marito. Significativa la presenza dei religiosi in particolare dei frati conventuali Salvatore Cannizzaro, guida preziosa e costante del cammino – e non solo spirituale dato il grande contributo dato nell’organizzazione – e Anicet Ngendandumwe che hanno concelebrato la messa a fine percorso assieme a don Valerio Muschi, parroco francescano secolare, coordinatore della realtà francescane di Trieste.

Forse per la complicità della luce, della gradevole temperatura dell’aria e della limpidezza del cielo terso, tipici della tarda estate, le giornate sono state caratterizzate dalla gioia di camminare insieme sperimentando la distensione del proprio corpo e della propria mente a contatto con la natura, il gusto di relazionarsi con persone di vecchia e nuova conoscenza, la pacificazione del cuore nell’ascolto dei Fioretti di San Francesco illustranti la sua semplicità e purezza di cuore. Se non in tutti, in molti, si è sentito anche il desiderio nascente di cercare come rispondere agli stimoli delle esortazioni urgenti per il mondo, la natura e la Chiesa proposti dal Papa nell’enciclica e nei suoi discorsi sinodali per la salvaguardia del creato, l’ecologia integrale e il rinnovamento della chiesa che, “consapevole di camminare nella storia in compagnia del Risorto diventa seminatrice di giustizia e di pace se si preoccupa non di salvaguardare sé stessa e i propri interessi, ma di servire il Vangelo in stile di gratuità e di cura, coltivando la libertà e la creatività proprie di chi testimonia la lieta notizia dell’amore di Dio rimanendo radicato in ciò che è essenziale.”

In definitiva è stata una esperienza gioiosa di fraternità a contatto con la natura, come hanno raccontato più persone e come si può leggere nelle due testimonianze riportate sotto da due madri di famiglia che hanno partecipato interamente alle due giornate.

Le giornate si sono concluse con la messa molto partecipata anche da chi non era riuscito a condividere tutto il percorso e con un semplice ed apprezzato rinfresco in cui il poco portato sembrava non finire mai saziando tutti!

Il cammino ha rappresentato una bella metafora della vita che inizia sempre con un innato desiderio di conoscere il mondo naturale e relazionale in cui si è immersi e poi si sperimentano difficoltà interiori ed esteriori, soste di riposo e di ricarica fisica e spirituale, si alternano parole a silenzi, si focalizza l’attenzione lontano e in Alto per poi riavvicinare lo sguardo sui propri passi e rientrare in sè stessi sperando di sentire che Qualcuno ci abita e non ci lascia soli. Infine si giunge alla festa dove, appagati, si ritrova il senso di tutto il nostro agire anche delle fatiche, degli insuccessi e delle cadute; dove, sorprendentemente, ritroviamo anche le persone che ci hanno lasciato o non hanno potuto seguirci scoprendo che, proprio per questo, ci hanno sostenuto a distanza con più intensità di mente e di cuore, dedicandosi particolarmente alla riuscita del nostro cammino in altra forma, non meno efficiente perchè più spirituale e piena di desiderio di bene per noi … e, da ultimo, si banchetta in cielo nella gioia della presenza di Dio.

Testimionianza 1

Anche solo camminando ci si mette in gioco. Se poi lo si fa insieme, qualsiasi meta è più facilmente raggiungibile grazie alla condivisione. I passi fatti accanto agli altri, immersi nella natura – in silenzio o raccontandosi le proprie storie, scherzando, ridendo, pregando o inseguendo ognuno i suoi pensieri – servono a costruirsi e ricostruirsi, ad abbandonare ricordi ed eventi dolorosi, a volte senza speranza. Tornando a casa, è bello sentirsi il cuore e la mente ripuliti, godere la pace con se stessi, gli altri, la natura …. ecologia totale! 

Testimonianza 2 (la passeggiata nel bosco di domenica era a ridosso del confine con la Slovenia)

Camminare è un’attività che mi ha sempre procurato molta pace. Camminare nella natura poi regala momenti di ascolto interiore di grande bellezza. 

L’esperienza di sabato e di domenica mi fa ricordare come i discepoli di Emmaus ,camminando, hanno sperimentato tante emozioni, belle ma anche di tristezza, se pensiamo a tutte le tracce di vita di persone che hanno attraversato il confine con un macigno nel cuore , proprio come i discepoli di Emmaus… mia figlia ed io eravamo scosse … ma poi, come i pellegrini, abbiamo ritrovato la gioia nel condividere il pane, nel riascoltare nel cuore la gioia delle parole di Gesù, di Gesù eucaristia, di Gesù fratello…camminare sulle orme di San Francesco e di Sant’Antonio con mia figlia è stato poi un aprirsi all’ascolto, alla speranza, tessere reti con nuovi volti, con nuovi sorrisi, e ciò ci ha regalato speranza.