Spunti per una spiritualità ecologica

Ritiro di Quaresima a Trieste 8 marzo 2025
In questo Ottavo Centenario del Cantico delle Creature ci è sembrato bello chiedere ad un frate attivo nella spiritualità ecologica un approfondimento, ricordando anche il 10° anniversario della pubblicazione dell’Enciclica Laudato Sii del nostro papa Francesco, e, di questo, fare motivo di approfondimento in una importante pausa del cammino, che è il Ritiro Spirituale di Quaresima.
Lo abbiamo vissuto, qui a Trieste, non solo come Ordine Francescano Secolare, ma anche come Famiglia Francescana (FamiFra), invitando tutte le Congregazioni e Ordini presenti nella nostra città.
Il titolo del ritiro era “Spunti per una spiritualità ecologica”, il relatore f. Giuseppe Maffeis, ofm, Frate Minore della Fraternità di Varazze (SV), che è stato con i parrocchiani e la fraternità di Madonna del Mare (TS) per tre giorni di esercizi spirituali serali aperti a tutti e che si sono conclusi con questo ritiro spirituale per la “FamiFra”.
La nostra riflessione prende inizio dal fatto che, in tema ambientale siamo portati a chiederci di solito subito “cosa dobbiamo fare”.
Il percorso di oggi invece prende inizio dal “non-fare” e dal rapporto che instauriamo tra il nostro quotidiano “fare” e l’atteggiamento da prendere nel riposo settimanale in cui “non fare”.
Naturalmente a ciò siamo guidati dalla Parola di Dio, e in particolare dai primi due Capitoli del Libro della Genesi, che descrivono la Creazione del mondo.
Alcune domande che possiamo farci sono:
Quanto contempliamo l’opera che Dio fa, più che quello che facciamo noi?
Ricordando che Dio ama tutto ciò che ha creato, perché altrimenti non lo avrebbe neanche creato (Sap 11,22), come viviamo la diversità come necessaria per la Comunione?
Dal racconto della Creazione, impariamo che Dio crea con la sua Parola e principalmente non elimina le tenebre, ma semplicemente le separa dalla luce. Così come fa con le tenebre, Dio fa con tutto ciò che a noi sembra negativo. Ciò che ci sembra male è perché non ha trovato la giusta collocazione.
Dio, dopo aver creato, dice bene di tutto ciò che crea.
E crea l’uomo dalla terra, come tutti gli altri esseri viventi. Dunque non è l’uomo che deve dare un senso alla Creazione, ma deve scoprire il senso che le ha dato il Creatore.
Quel comando di Dio all’uomo, di dominare la natura, noi lo abbiamo spesso male interpretato, e storicamente siamo stati despoti della natura, mentre invece quelle parole possono anche essere lette in un altro modo: la natura da dominare è la parte “bestiale” di noi stessi, che dobbiamo dominare per mezzo di quella “spirituale”, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, con lo stesso sguardo amorevole che aveva Gesù per tutte le cose create.
La domanda da farci è: quanto siamo capaci di fermarci a contemplare?
Fraternità Regionale del Friuli-Venezia Giulia “Beato Odorico da Pordenone” 2025 – © RIPRODUZIONE RISERVATA